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Trauma

La stretta correlazione tra mente e corpo, tra psiche e fisiologia, appare evidente nei casi di trauma che “segnano” le vite e le anime delle persone che ne hanno subiti. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che in seguito a episodi impattanti si riscontrano modifiche a livello cerebrale nei soggetti che ne sono stati vittime. Ad esempio, si riduce il volume dell’ippocampo (l’area del cervello coinvolta nella trasformazione della memoria da breve a lungo termine) e dell’amigdala (la ghiandola cerebrale che elabora e gestisce le emozioni, specie la paura, e la memoria emozionale).

Una ferita per la psiche

Del resto, la parola trauma deriva da una parola greca significa ferita, lacerazione. In ambito psicologico se ne danno diverse declinazioni, in genere indica un evento imprevedibile, a cui non si riesce ad attribuire un senso e che non viene elaborato dal soggetto. Il trauma è un episodio che destabilizza, non viene assimilato cognitivamente, né rielaboato in un racconto interiore, e per questo minaccia la coesione mentale della persona e innesca un senso di vulnerabilità.
La fisiologicità del trauma si traduce in una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nella gran parte dei casi tende a risolversi naturalmente senza l’aiuto di uno specialista. Il motivo è l’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni che il nostro cervello è capace di compiere. Il risultato di questo lavoro è l’integrazione delle informazioni legate all’evento nella rete della nostra memoria, del nostro vissuto. Avviene, in buona sostanza, una “digestione” cognitiva degli eventi che ci accadono: ogni episodio vissuto viene ricollocato in modo costruttivo e adattivo nella nostra psiche. Ne consegue che siamo in grado di prendere ciò che ci accade e di di farne una narrazione, un racconto.

“Il ricordo di un trauma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico,
perché richiamarlo duole o almeno disturba.”
(I sommersi e i salvati – Primo Levi)

Quando il ricordo inchioda a un passato doloroso

Nel caso del trauma, questo meccanismo cognitivo non è in grado di svolgersi secondo le tappe che gli sono fisiologiche: l’effetto è il rivivere, ripetutamente e sempre con grande sofferenza, l’evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dal suo accadimento. Il soggetto, in questo caso, rivive con immutata intensità anche le sensazioni angosciose generate dal trauma e il dolore e l’angoscia sono tali da impedire alla persona di condurre una vita soddisfacente,  dal punto di vista relazionale e professionale. Numerosi sono i disturbi correlati: la difficoltà a concentrarsi, gli stati di insonnia, per esempio.
Vivere il presente diveta impossibile, poiché il (trauma) passato irrompe nell’esperienza interiore del soggetto, che rivive continuamente l’evento traumatico, provando le emozioni, le sensazioni e i pensieri dolorosamente negativi provati in quel momento. In questo contesto, che può delinearsi poi nel Disturbo da Stress Post-Traumatico, l’intervento dello psicoteraupeuta diventa necessario, per contrastare la sofferenza e tornare a vivere, e a godere, il presente.